23 Gennaio 1976 - Nasce il coro "Vòs di Ospedalet"

estate 1976

  • Nell'estate il coro partecipa a serate di ringraziamento nei cantieri di lavoro dei gruppi ANA operanti a Gemona, Majano, Valeriano e Attimis, subito dopo il sisma del 6 maggio, ma pensa già di organizzare a Gemona un concerto con i Crodaioli di Bepi De Marzi. Viene così inoltrata una richiesta di partecipazione, e questa è la risposta del maestro De Marzi

sabato 11 settembre 1976

  • Dove: Cupolone Municipio - Via Chiamparis- Ospedaletto di Gemona (UD)
  • ore: 20.30 precise (come si evince dalla locandina)
  • dettagli: Rassegna di villotte e cante popolari venete organizzata per ringraziare tutti coloro che avevano, in qualche modo, prestato aiuto alla popolazione terremotata. Ospiti i Crodaioli di Arzignano (VI), in qualità di padrini.
  • Purtroppo, le scosse di terremoto delle ore 18.31 con una magnitudo di 5.8 della scala Richter e delle ore 18.40 di 5.6, entrambe con epicentro individuato fra Gemona e Venzone, non permisero al coro di fare il suo debutto ufficiale.

domenica 10 ottobre 1976

  • Dove: Arzignano (VI)
  • dettagli: Su invito de "I Crodaioli", i Coro è ospite ad Arzignano, dove trascorre una indimenticabile giornata.
  • Da "Il Giornale di Vicenza"
  • Commosso l'incontro dei Crodaioli con i friulani del "Vos di Ospetalet" che hanno dimenticato per qualche ora il dramma del terremoto nel corso di una simpatica visita al complesso cittadino.
  • “”””Sono partiti da Lignano, da Grado, da Ospedaletto di Gemona per ritrovarsi non nostro centro con i Crodaioli. Trenta uomini e giovani (componenti del Coro “Vôs di Ospedalét” con le famiglie, donne, bambini, parenti. E’ venuto anche il parroco, un giovane prete che disperatamente cerca di tenere i contatti con la sua gente dispersa dal terremoto. Si sono incontrati al mattino nella chiesa del Michelucci, al Villaggio Giardino. E’ stata una messa d’amore e di lacrime, di sorrisi e di speranza con i canti più struggenti, poi i salmi della fede, poi le armonie dei Crodaioli. Era una promessa lasciata a Gemona proprio la sera dell’11 settembre, alla terribile ripresa del terremoto, con i Crodaioli in attesa di cantare e costretti invece dalla sorte a ripartire nella notte lasciando gli amici nella disperazione. Ma vien sera troppo presto ed ecco una merenda festosa con il fuoco del camino, ecco le ultime villotte friulane, poesie che innalzano incanti di albe e di sere dolcissime, che raccontano l’amore più semplice e completo; poi, inattese, le note dei canti sociali, la loro vecchia e fiera protesta per le incomprensioni, le invasioni, nella storia come oggi, come dice il maestro Brollo, anima senza stanchezza in ogni momento. Poi gli adii. Un lungo abbraccio e un arrivederci a presto. I Crodaioli rimangono: hanno le loro case e la terra sicura. Ma loro, i fratelli del Friuli, vanno verso lo squallore, la separazione, l’incertezza, il dolore. Eppure sorridono, eppure cantano ancora. Non basta un giorno per ritrovare la speranza, certo, ma l’amicizia rassicura un poco. Sono felici e commossi, i Crodaioli: hanno ricevuto una lezione di coraggio.””””.